Terremoto …

Terremoto …

29 Maggio 2012 1

Non so se in questi giorni avrò modo e voglia di scrivere tanto di giochi … purtroppo quel che sta succedendo nella mia Modena, nella bassa (dove è nata è cresciuta mia moglie e dove ancora vivono mio suocero e la nonna Agnese) è davvero impressionante. La terra non sta ferma e la cosa che più mette angoscia, oltre alle immagini delle vite, delle case, delle fabbriche distrutte è il non sapere cosa ti attende, cosa ci attende.

Non c’è un qualcosa di brutto da superare, da lasciarsi dietro per ricostruire: non possiamo dire “è stata dura ma ce l’abbiamo fatta”. C’è qualcosa che ancora è lì, fuori, grande, troppo grande, che si muove e sconquassa tutto. La gente ha paura perché nessuno sa dire di preciso se ci sarà un’altra scossa e dove, quando, quanto grande. E Modena nel complesso è stata colpita marginalmente. Penso a mio suocero, e ai tanti anziani come lui, che nonostante tutto non vogliono lasciare il loro paese, le loro case. Penso alle persone in ospedale, ai bambini piccoli.

Dicono che sia un terremoto anomalo: guardando la piantina delle faglie sotto la pianura sembra il fronte frastagliato di una guerra dove non sai da che lato, quando e con che forza il nemico attaccherà ed in ogni caso non hai nulla per affrontarlo. Io non ci capisco nulla ma sembra che in pochi davvero capiscano qualcosa. Il bollettino dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia segnala scosse quasi ogni 10 minuti … una quà, una là, disseminate per la bassa. Ogni tanto qualcuna più grossa che sentiamo anche qua in città. Chissà che paura nei campi e nelle tendopoli allestite dove ad ogni scossa di assiste al crollo di qualche pezzo di casa o capannone.

Sembra un brutto gioco dove domina la fortuna: non sai cosa devi fare, non sai cosa succede però devi continuare la partita. Non puoi mettere via la scatola e fare qualcos’altro. E bisogna poi anche pensare ai bambini: stasera organizziamo una serata giochi (tanto domani le scuole e l’università sono chiuse) sperando di non dovere correre fuori. Fortunati a poter ancora correre fuori mentre in tanti la cosa non l’hanno più o comunque non ci possono entrare, per non parlare di chi non c’è più.

Immagini, sensazioni, paure che devi ricacciare dentro e far sembrare che tutto sia normale, sotto controllo, per non gettare nell’angoscia i bambini e gli altri mentre qualcosa gira e si muove sotto la nostra pianura …

Il LudologoI do not know if in these days I will be able to write about games … Unfortunately what is happening in my Modena, in the couuntryside near the town (Where did my wife grew up and where my father in law still live with grandmother Agnese) is really impressive. The earth never stands still and the thing that puts more anguish together with the images of the lives, homes, factories destroyed is not knowing what to expect, what to expect.

There isn’t something bad to overcome, to be left behind to rebuild, we can not say “it was hard but we made it.” There is something that is still there, outside, big, too big, and shatters everything moving. People are afraid because no one knows exactly when and where there will be another shock, when, how big. Modena city was marginally affected. I think of my father in law, and many seniors like him, who nonetheless did not want to leave their village, their homes. I think people in hospital, young children.

They say that this is an anomalous earthquake: looking at the map of the faults beneath the rugged plains seems the opposite of a war where you do not know which side, when and with what strength the enemy attack and in any case you have nothing to tackle it. I do not understand anything but it seems that few really understand something. The bulletin of the National Institute of Geophysics and Volcanology reports shook nearly every 10 minutes … one here, one there, scattered around the plain. Every time we hear some more big even here in town. I think people in the camps and tent cities set up where each shock is a witnessing of some piece of home or building collapsing.

It seems a bad game where luck dominates not know what to do, you do not know what happens but you have to continue the game. You can not put away the box and do something else. And then we must also think to the children: we will organize a game session tonight (tomorrow schools and universities are closed), hoping to not have to run out. Fortunate to still be able to run if needed when many people does not have more an house or a place to stay without mention peoples are not with us anymore.

Images, feelings, fears that you have to drive back in and make it seem like everything is normal, under control, not to throw in the anguish others and childrens while something turns and moves under our plain …

best wishes
Ludologo

One thought on “Terremoto …
  1. PINO

    credo che la cosa più saggia tu la sta facendo : giocare per e con i bambine e… sorridere

    29 Maggio 2012 Reply
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