La Gazzetta di Modena 7-4-2017
Con negli occhi le immagini di Play – Festival del Gioco, che ancora una volta ha superato se stesso in termini di presenze e di offerta ludica, riprendono le normali attività di gioco a Modena e dintorni.
Con negli occhi le immagini di Play – Festival del Gioco, che ancora una volta ha superato se stesso in termini di presenze e di offerta ludica, riprendono le normali attività di gioco a Modena e dintorni.
Si è conclusa l’edizione 2017 di Play – Festival del Gioco, con dei numeri davvero da record e, soprattutto, con grande soddisfazione da parte della stragrande maggioranza dei partecipanti: giocatori, associazioni, espositori, visitatori. Peccato ci sia solo una volta all’anno.
Sono davvero orgoglioso di essere parte di questo progetto fin dalla sua origine, di rivestire il difficile ma gratificante ruolo di Direttore Artistico, lavorando assieme ad uno staff di amici ed esperti e delle splendide persone dello staff di ModenaFiere. Sono fiero di essere membro di diverse associazioni che hanno contribuito al successo di Play: il Club TreEmme, dove ho mosso i miei primi passi ludici e di cui sono sempre fiero di portare la maglia, La Tana dei Goblin, di cui sono orgogliosamente uno dei primi soci e che è ora qualcosa che va ben al di là dei sogni di chi le ha dato vita e di Play Res, organizzatrice della Tavola Esagonale: una associazione che sta riusciendo nel difficile compito di portare avanti tanti progetti che uniscono il gioco e le problematiche del mondo reale.
E’ di questi giorni l’annuncio della lista dei giochi candidati al premio Gioco dell’Anno 2017, il più importante riconoscimento Italiano dedicato al mondo del gioco da tavolo. E’ bello che ci sia, in Italia, un riconoscimento del genere: sono convinto possa essere una delle (tante) leve per far crescere il mercato del gioco da tavolo. Siamo però una nazione di grandi esperti e ci sono sempre polemiche e malumori attorno a questo premio, tanto da parte dei giocatori, poco propensi ad accettare un verdetto che non li veda protagonisti, quanto degli editori, a volte poco abituati a vedere il proprio lavoro giudicato da altri o ad accettare che il lavoro di altri possa essere giudicato migliore. E’ un peccato perché se ci fosse una maggiore convergenza su questo premio ne verrebbe senz’altro aumentata la visibilità e la credibilità, con un beneficio per tutti. Noto infatti, con rammarico, che diversi editori, pur avendo secondo me a catalogo titoli degni di interesse ed attenzione, non hanno presentato nessun candidato: a mio parere un’occasione persa.
Guardando indietro vedo tra i vincitori (Agustus, Piccolo Principe e Colt Express) titoli molto interessanti e anche la lista dei nominati fornisce suggestioni valide ad una famiglia che voglia avvicinarsi al mondo del gioco da tavolo.
Le basi su cui si basa questo premio sono quelle giuste e anche i criteri per giudicare i titoli vanno nella direzione giusta. Riporto qua di seguito scopo e criteri, presi dal regolamento ufficiale del premio.
“Scopo del concorso “Gioco dell’Anno” è promuovere e valorizzare il gioco come bene culturale nelle famiglie e nella società tramite la scelta di un “Gioco dell’Anno”
Stamattina ho concluso il mio laboratorio dal titolo “Giochi da tavolo o quasi” per il corso di Metodologie del Lavoro di Gruppo, del prof. Enrico Giliberti, al corso di Scienze della Formazione Primaria, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
16 ore dedicate al gioco da tavolo: perché e come utilizzarlo nell’attività didattica. Teoria e tanti giochi.
Nel complesso, per me, un’esperienza molto positiva, almeno per me (vedremo cosa diranno studentesse e studenti).
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Per la prima volta quest’anno sto conducendo un laboratorio all’interno del corso di Metodologie di Gruppo e Tecniche Didattiche a Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Dopo anni che conduco attività formative per gli insegnanti sul tema del gioco e delle competenze e su come utilizzare il gioco da tavolo in contesti didattici, ho l’opportunità di ragionare su questi temi e di far fare esperienza ai laureandi/e, futuri maestri/e.
E’ anche per me un’occasione importante per confrontarmi con docenti e studenti sulle potenzialità del gioco da tavolo in ambito scolastico ed educativo e un’opportunità per mettere a punto e raffinare schede di lavoro ed operative per insegnanti sui singoli giochi da tavolo.
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Conscio di scontentare i più, di essere certo di non poter dire questa è la lista giusta (non esiste una lista giusta!), ho deciso di fare un tentativo di sparare un elenco di 7 titoli che possano incuriosire, stimolare, regalare un natale diverso a chi deciderà di seguire questi consigli. Ci sono titoli per tutti: esperti, giocatori occasionali, famiglie. Giochi per tanti e giochi per due persone. Ho applicato solo tre criteri in questa mia carrellata di consigli: che io in prima persona mi sia divertito a giocarlo, che sia un gioco esistente (e reperibile) in edizione Italiana e che sia recente (ovvero del 2015).
Sono i miei consigli natalizi frutto di partite con centinaia di giochi diversi, con l’unico pregio di avere giocato e fatto giocare adulti e bambini, appassionati ed occasionali e forse avere un panorama più ampio di quello di molti.
Ai posteri valutare se questa lista è solida, destinata a durare o dettata dall’emozione e dalla contingenza.
La lista è in ordine rigorosamente casuale.
Buona lettura
Per il secondo anno sono stato invitato a tenere delle lezioni presso l’Istituto professionale statale socio-commerciale-artigianale Cattaneo-Deledda. Lo scopo di questo percorso formativo è quello di far vedere alle ragazze (e ai ragazzi) dell’indirizzo socio-sanitario che esiste lo strumento “gioco da tavolo” e che potenzialità può avere nella loro vita professionale.
Nel seguito di questo articolo scenderò nei dettagli del corso e mi lancerò in considerazioni sull’utilità del gioco come strumento per educatori, maestri ed insegnanti. Buona lettura agli interessati …
Per chi non lo conoscesse, Tales of The Arabian Night è un gioco che ha fatto storia, o almeno lo ha fatta per chi, come me, è cresciuto ludicamente al Club TreEmme. E’ un gioco davvero molto particolare, che mischia meccaniche tipiche dei giochi da tavolo ed aspetti narrativi più vicini al gioco di ruolo o, ancor meglio, di un libro gioco.
La particolarità di questo gioco è che la maggior parte delle vicende (storie) che accadono ai giocatori vengono risolte leggendo il Libro del Racconti e procedendo al paragrafo opportuno a seconda della situazione, delle proprie scelte o delle caratteristiche del personaggio. Quello che rende davvero particolare e divertente questo gioco è però come le storie sono costruite: il Libro dei Racconti è davvero un libro dei racconti e ancora oggi si ricordano gli eventi più memorabili di una partita.
Importantissimo dunque, per la versione Italiana, il ruolo del traduttore che deve saper trasportare la giusta atmosfera, i giochi di parole, le citazioni. Da questo punto di vista non posso che essere contento della scelta di Fiorenzo delle Rupi, uno dei nostri migliori traduttori di giochi.
Manca davvero poco alla fine della campagna di crowfunding, su cui davvero pochi scommettevano (vista la quantità di materiale da tradurre che alzava i costi). Il gioco avrà anche le miniature in metallo dei 6 personaggi.
Continua a leggere se vuoi saperne di più della meccanica …
Ieri l’Italia ha vinto il Campionato Mondiale di BloodBowl che si è svolto a Lucca.
Oltre 900 giocatori, provenienti da tutto il mondo, si sono ritrovati per giocare assieme tre giorni si seguito. Una manifestazione che ha saputo far convivere un altissimo livello di competizione ed un forte senso di cameratismo: l’avversario è sempre, in primo luogo, una persona che condivide il tuo hobby, la tua passione.
Il BloodBowl è un gioco molto particolare perché, di fatto, viene tenuto in vita e supportato dalla grande comunità di appassionati che lo praticano in tutto il mondo. E’ un gioco a cui sono particolarmente affezionato perché lo conosco fin dalla sua prima edizione (del 1986): ho avuto il piacere di organizzare i primi campionati a Modena, presso la sede del TreEmme, per poi vederlo decollare.
Sabato 12 settembre 2015 nella sede di Lucca Comics and Games la giuria del Gioco dell’Anno, presieduta da Roberto Genovesi e composta da Beatrice Parisi (vicepresidente), Fabrizio Paoli (coordinatore), Luca Bonora, Riccardo Busetto, Massimiliano Calimera, Fabio Cambiaghi, Paolo Cupola e Caterina Ligabue ha selezionato come Gioco dell’Anno 2015 Colt Express, ideato da Christophe Raimbault, prodotto da Ludonaute e edito in Italia da Asterion Press.
E’ una sopresa ? E’ una vittoria meritata ? So per esperienza che è molto difficile fare parte di una giuria: decidere, valutare, scegliere quando poi in concorso ci sono diversi titoli meritevoli. So che non deve essere stato facile per i giudici (Caterina in primis) arrivare ad una decisione finale, omogenea. Quello di cui sono sicuro è che questo premio sta davvero andando nella direzione giusta: i titoli approdati alla nomination sono tutti giochi validi, divertenti, che possono fungere con efficienza da “portali” di ingresso nel mondo del gioco da tavolo, anche per persone che i giochi non li conosco.
Ma vediamo cosa ha detto la giuria del gioco vincitore: