Non so se in questi giorni avrò modo e voglia di scrivere tanto di giochi … purtroppo quel che sta succedendo nella mia Modena, nella bassa (dove è nata è cresciuta mia moglie e dove ancora vivono mio suocero e la nonna Agnese) è davvero impressionante. La terra non sta ferma e la cosa che più mette angoscia, oltre alle immagini delle vite, delle case, delle fabbriche distrutte è il non sapere cosa ti attende, cosa ci attende.
Non c’è un qualcosa di brutto da superare, da lasciarsi dietro per ricostruire: non possiamo dire “è stata dura ma ce l’abbiamo fatta”. C’è qualcosa che ancora è lì, fuori, grande, troppo grande, che si muove e sconquassa tutto. La gente ha paura perché nessuno sa dire di preciso se ci sarà un’altra scossa e dove, quando, quanto grande. E Modena nel complesso è stata colpita marginalmente. Penso a mio suocero, e ai tanti anziani come lui, che nonostante tutto non vogliono lasciare il loro paese, le loro case. Penso alle persone in ospedale, ai bambini piccoli.
I do not know if in these days I will be able to write about games … Unfortunately what is happening in my Modena, in the couuntryside near the town (Where did my wife grew up and where my father in law still live with grandmother Agnese) is really impressive. The earth never stands still and the thing that puts more anguish together with the images of the lives, homes, factories destroyed is not knowing what to expect, what to expect.
There isn’t something bad to overcome, to be left behind to rebuild, we can not say “it was hard but we made it.” There is something that is still there, outside, big, too big, and shatters everything moving. People are afraid because no one knows exactly when and where there will be another shock, when, how big. Modena city was marginally affected. I think of my father in law, and many seniors like him, who nonetheless did not want to leave their village, their homes. I think people in hospital, young children.